Oltre 80 mila i metri quadrati allestiti, più di 1000 gli espositori provenienti da un centinaio di Paesi, 120 i Presidi Slow Food internazionali, 200 quelli italiani, oltre 1200 le etichette in Enoteca, centinaia gli appuntamenti in calendario: il tutto per un marchio, quello del Salone del Gusto, che vale 2.35 milioni di euro.
Girovagando di qua e di là, facendoci attrarre dai molti assaggi e dall’inaspettato numero di curiosità, attraversiamo il Mercato italiano, dove per la prima edizione sono accolte le comunità del cibo, riconoscibili grazie alle bancarelle verdi: non solo prodotti unici, ma anche i racconti di chi li coltiva, alleva o trasforma, promuovendo metodi di produzione attenti all’ambiente e alla giustizia sociale. Se si desidera acquistare e imparare, ci si può fare accompagnare in tour dai Personal Shopper, studenti dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Volendo imparare, capire e conoscere ci si può perdere nel pullulare di iniziative, tra conferenze, presentazioni, incontri con gli autori, laboratori, cucina didattica. E anche i piccoli visitatori hanno il loro spazio dove fare esperienza.
Prima di raggiungere Terra Madre, ci immergiamo nel mondo delle Cucine di Strada e ci accoglie la Piazza della Pizza, dove 23 pizzaioli da tutt’Italia si cimentano sul tema tradizione verso innovazione, sfornando la migliore pizza napoletana preparata con prodotti dei Presìdi e ingredienti di primissima qualità.
Dopo una visita all’Enoteca, che meriterebbe una giornata intera, sulla destra, all’esterno del percorso, ci accoglie un curioso tendone circense. E’ il Monferrato Circus, organizzato dai consorzi di produttori del Monferrato in collaborazione con il festival Mirabilia. Il tendone è animato da mattina a sera da un mix di spettacoli, cultura, momenti di riflessione e un prestigioso parterre di maestri di cucina che si misurano con i prodotti di pregio delle province di Alessandria e Asti.
Il nostro cammino è giunto così all’Oval, dove si concentra la straordinaria varietà di specie vegetali e razze animali, e con esse di culture materiali e identità dei popoli, tutelati dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus. Siamo certi che e’ qui che la signora che abbiamo incontrato al nostro arrivo ha lasciato il cuore.