ITINERARIO A CACCIA DI MUSEI INCONSUETI.

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E’ record: un miliardo!  il 13 dicembre scorso il turismo mondiale ha fatto bingo toccando per la prima volta, in un solo anno, il tetto di un miliardo di persone che hanno viaggiato oltre ai confini nazionali. Un numero che stordisce, ma (forse) colei che più è stata stordita è la turista britannica, certa Dale Sheppard-Floyd, che è stata festeggiata in pompa magna al Prado di Madrid mentre con il marito visitava il museo, ignara d’incarnare il numero tondo. Comunque, guarda caso, la turista a nove zeri si trovava in un museo. Appartiene, dunque, ad un segmento di mercato turistico (quello culturale) che continua a tirare, senza arrendersi neanche difronte al fenomeno della moltiplicazione di turismi. Ed è proprio in considerazione di ciò che 5W vuole dedicare uno spazio al mondo dei musei. L’attenzione cadrà, però, su quei musei poco o per nulla conosciuti. Musei inconsueti: particolari, monografici, a volte divertenti, curiosi e interessanti, ma celati sotto l’ombra lunga delle grandi realtà espositive di fama internazionale.

La carrellata si muoverà da una tematica all’altra, su e giù per lo Stivale. Questa prima puntata prende il via dal sud, dalla Sicilia, per risalire a balzi fino in Liguria.

MUSEO DEL TE’.

Quando si giunge al museo del tè, prima di varcare la soglia ci si immagina di poter perdere lo sguardo in un panorama londinese, con il Tamigi sullo sfondo che scorre confondendosi nel proverbiale fumo metropolitano. O, ancora, l’immaginazione ci porta a scorgere un lembo di Cina, dove preparazione e coltivazione del tè, da tempi immemori, sono considerati una vera e propria arte. Invece no. Invece siamo inebriati dal  profumo degli agrumi siciliani. Siamo a Raddusa, a 70 chilometri da Catania, dove le basse colline annunciano i monti Erei. Perchè, dunque, proprio qui un museo dedicato al tè? Perchè, come spiegano al museo, la Sicilia ebbe importanti piantagioni volute nel 950 d.c. da un emiro arabo e nei palazzi delle famiglie nobili  siciliane, dal ‘500 fino al ‘900, era tradizione sorseggiare tè aromatizzati con i prodotti tradizionali di questa terra: pistacchio, liquirizia, grano, fichi, mandorle… Alla casa del tè sono collezionate piu’ di 600 varieta’ di foglie da infuso provenienti da tutto il mondo, sono esposti bollitori e ceramiche d’ogni sorta ed è possibile ammirare la teiera e la tazza più grandi del mondo, realizzate dai Ceramisti di Caltagirone. Il museo offre anche un’aula didattica e una sala degustazione, dove sono serviti un centinaio di tè di varie provenienze, senza alcuna miscelazione o aggiunta aromatica.

Informazioni: www.lacasadelte.it

 

MUSEO DEI VIGILI DEL FUOCO.

Al 15 di via Marmorata, a Roma bisogna andare con dei bambini, da sempre affascinati dal coraggio e dall’abilità dei pompieri. Ne sappiamo qualcosa noi mamme, provate dalle interminabili ore trascorse ad assistere ad  interventi con autoscale e autopompe.

Il museo storico dei vigili del fuoco è stato inaugurato nel 2002 e propone, attraverso una  successione di raffigurazioni tematiche e storico-scenografiche, la storia dell’evoluzione del soccorso nella Capitale. Nel corso della visita  si possono ammirare le pregevoli ricostruzioni scenografiche relative agli eventi più funesti e tragici della storia della città: dal famoso “incendio di Nerone” del 64 d.C , al muro di fuoco che per poco non divorò la Basilica di San Pietro, nell’847, alle vicende legate alla discesa dei Lanzichenecchi, responsabili del “Sacco di Roma”, nel 1527, fino alla ricostruzione del bombardamento devastante del 19 luglio 1943. Una sezione del museo è dedicata a illustrare l’organizzazione del servizio antincendio odierno, con spazi riservati alle “specializzazioni” del corpo: sommozzatori,  elicotteristi  e il servizio speleo-alpino-fluviale. Inoltre, un attrezzato laboratorio scientifico permette di sperimentare i fenomeni basilari della combustione.

Info: www.museovfroma.org

 

MUSEO DELLA SATIRA E DELLA CARICATURA.

Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti“, diceva Aristofane intorno al 400 a.C. Concetto che di questi tempi sembra sfuggire a molti, troppo spesso e troppo facilmente. Il valore della satira non è invece sfuggito alla cittadina di Forte dei Marmi, che da anni ne è la capitale riconosciuta. Infatti, proprio qui, nel cuore della Versilia, ospitato nelle sale del Forte di Leopoldo I, ha sede il museo per la Satira e la Caricatura. Il museo ha raccolto l’eredità culturalmente viva e propositiva del Premio “Satira Politica” (creato nel 1973 e organizzato annualmente) ed è diventato il centro della conservazione, raccolta e studio di tutti i materiali concernenti la storia della satira e della caricatura mondiale. Il percorso di visita, costituito da disegni originali, contemporanei e del passato, è supportato da una biblioteca con oltre 1000 volumi specialistici, da una videoteca e da un archivio multimediale. Lo spazio espositivo propone, inoltre, un calendario annuale di interessanti mostre temporanee .

Info: www.museosatira.com

 

MUSEO DI ETNOMEDICINA.

Il museo di etnomedicina, allestito nel Dipartimento di Scienze Antropologiche dell’Università di Genova, è intitolato  ad Antonio Scarpa. Medico, laureato a Padova nel 1903 in patologia esotica, accese il suo interesse per l’etnomedicina studiando il fenomeno della  lactatio agravidica, ovvero della  possibilità (attraverso particolari procedimenti) da parte di donne anziane, di popolazioni tradizionali, di farsi ritornare il latte per nutrire neonati rimasti orfani di madre. Il percorso del museo genovese compendia  i viaggi e i 55 anni di attività di questo scienziato, che si dedicò a studiare le medicine tradizionali dei popoli dei cinque Continenti. La collezione è stata ordinata a partire dai sistemi terapeutici più antichi per giungere all’attualità delle tradizioni popolari, rispettando nel contempo la cronologia degli itinerari compiuti dallo Scarpa dal 1938 al 1992.                                                                                                                                                     L’esposizione di oggetti è corredata da didascalie, riferimenti bibliografici e pannelli illustrativi di ricerche scientifiche già compiute. Ciò consente al visitatore, anche se profano, di farsi un’idea immediata e abbastanza precisa delle finalità dell’etnomedicina.

Info: www.etnomedicina.unige.it

 

Immagine di Vincent Teriaca.

 

 

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