IL FOOD E’ FASHION

583

editoriale“In televisione ci sono più di venti programmi che parlano di cucina. Non si capisce se paghiamo il canone o il coperto”. Con questa battuta Maurizio Crozza ha inaugurato la nuova parodia di Masterchef (nella scorsa puntata  del suo programma su La7 – quella del 25 gennaio).  Masterchef, per chi non lo sapesse è un reality di cucina che sta realizzando ascolti record. In questo programma, diversi cuochi amatoriali si contendono la vittoria finale (che consiste, tra l’altro, nella pubblicazione di un proprio libro di ricette) sottoponendosi ai giudizi spietati di tre chef stellati, l’ormai notissimo (se non addirittura osannato) trio Barbieri, Cracco, Bastianich. I loro giudizi sono a volte così duri che Crozza ha cambiato il titolo di Masterchef in Bastardchef, calcando la mano (ma neanche eccessivamente) sulla cattiveria dei tre, in particolare dello chef  italo-americano Joe Bastianich (autore tra l’altro del libro “Restaurant Man” recentemente pubblicato da Rizzoli). Guarda caso, nella stessa settimana il trio dei giudici di Masterchef è stato ospite anche della trasmissione di Daria Bignardi “Le invasioni barbariche”, con la differenza che quest’ultima ha voluto sottolineare maggiormente il loro lato da seduttori (il libro di Carlo Cracco, non a caso, si intitola “Se vuoi fare il figo usa lo scalogno”). Entrambi i conduttori hanno messo però in evidenza che ormai gli chef sono le nuove star mediatiche: hanno i loro programmi televisivi, scrivono libri, fanno tendenza e lanciano nuove mode. Se solo negli anni ottanta mangiare non er considerato particolarmente cool (e negli eventi mondani il cibo era, per lo più, un elemento di contorno)  adesso invece è diventato fashion. A dimostrarlo sono anche eventi come appunto “Food is Fashion” e “Milano Food Week” .  Il primo, ideato dal creativo Federico Gordini, ha confermato Milano come la città della moda, del design e del food, grazie ad un nuovo linguaggio che mixa sapientemente i tre elementi, il secondo è un punto di incontro, invece, tra cibo, cultura e intrattenimento. Milano Food Week è, infatti, buona cucina fatta di prodotti tipici e biologici, ma anche di accostamenti tra cibo, arte, fotografia e musica, in cui si trattano però anche temi come, ad esempio, la salute. Sembra inoltre che su internet i siti e i blog sul cibo siano quasi più cliccati di quelli porno. Ma d’altronde, sempre per dirla con Crozza, “il cibo è come il sesso. E’ bello farlo, è bello vederlo fare”. I programmi e i libri sul cibo sono curatissimi e i conduttori sempre piuttosto belli, simpatici e accattivanti. In alternativa, vengono affiancati da spigliati e aitanti presentatrici/presentatori, ma non è il caso di quelli più famosi. Parliamo ad esempio dei britannici Jemie Oliver, Nigella Lawson (i miei preferiti) o degli italiani Simone Rugiati, Antonella Clerici e Alessandro Borghese che, guarda caso è il figlio di un’icona sexi degli anni ‘60/’70, Barbara Bouchet. Ale (così si fa chiamare anche nei sui programmi) è molto accattivante e sta diventando un punto di riferimento per vegetariani e vegani che non intendono precludersi il piacere di mangiare. Tra gli italiani che preferisco c’è anche (la un po’ meno conosciuta) Csaba della Zorza, che oltre a preparare pranzi o cene per diverse occasioni, insegna anche la mise en place è le decorazioni (rigorosamente sobrie) per la tavola: il bicchiere giusto o la posata perfetta per ogni occasione, dal pranzo di natale al te con le amiche (a cui si offrono pasticcini ovviamente fatti in casa). Tra i suoi libri segnaliamo “Country chic” e “La mia cucina in città”. Tendenzialmente sono portata a privilegiare i cuochi (pardon, gli chef) che insegnano piatti semplici e piuttosto facili da cucinare, o che scelgono prodotti rigorosamente biologici. Uno dei più noti programmi di Jemie Oliver, ad esempio, è “Jamie at home” (poi divenuto anche un libro), che si suddivide equamente tra l’orto (dove lui sceglie con cura le verdure e ne spiega le caratteristiche e le proprietà) e la cucina di casa sua, dove spiega le ricette migliori per far risaltare i prodotti di stagione. Tra i blog consiglio, invece, Giallo Zafferano, il Pasto nudo e, per i più golosi, il Dolcificio. Chi ama la cucina etnica, infine, può consultare il sito dello Chef Kumalè, www.ilgastronomade.com

 

Immagine di Vincent Teriaca

Articolo precedenteTAVOLE ACCADEMICHE ALL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE
Articolo successivoBUON COMPLEANNO, MUST