Il merito va attribuito al turismo straniero, cresciuto del 20% e che oggi rappresenta il 37% del turismo piemontese (era il 31% nel 2011). E che, soprattutto, spende in media ben il 71% in più di quello domestico.
Un benvenuto, dunque, ai turisti europei e ai turisti dei nuovi mercati: russo, cinese e indiano. In tutto quasi 1,6 milioni di viaggiatori internazionali (100 mila in più del 2011) che, oltre a riconoscere nel Piemonte un’avvincente destinazione, ha compensato la flessione del turismo domestico, causata dall’attuale crisi economica (si è passati da 2,9 a 2,7 milioni di turisti in arrivo dall’Italia).
Parte da questi risultati l’elaborazione del nuovo Piano strategico del turismo (operativo da gennaio 2014, con validità triennale fino al 2016), che sarà messo a punto sinergicamente da tutti i rappresentanti del comparto turistico piemontese, coordinati da un Comitato scientifico che vede, accanto alla Regione e a Sviluppo Piemonte Turismo, le Università di Torino, del Piemonte Orientale e l’Università del Gusto di Pollenzo, con la supervisione di Daniel Winteler.
Una sezione specifica del Piano è dedicata all’Expo milanese 2015, che secondo le stime attrarrà ben 23 milioni di turisti. Un bacino straripante di potenziali visitatori che va sedotto e incantato affinchè non sfugga verso le solite, insidiose, fagocitanti mete venete o toscane. Così, ricordando il Pifferaio di Hamelin, la Regione Piemonte avanza due proposte strategiche: a chi esibirà il biglietto dell’Expo si offriranno un pass per la libera circolazione in tutti i musei piemontesi e la terza notte gratuita in albergo (a patto che non ricada di sabato) .
Nel frattempo nella regione subalpina si studiano i flussi turistici 2012. Tra gli stranieri salgono sul podio la Germania, il Benelux e la Francia, seguiti da Svizzera, Regno Unito e Scandinavia. Interessanti i numeri dei Portoghesi e degli Spagnoli, che, anche se in valori assoluti più piccoli, hanno quasi raddoppiato sia arrivi che pernottamenti. Così come è interessante l’incremento di alcuni mercati emergenti, quali Russia e Cina, che registrano una percentuale di crescita rispettivamente del 60% e dell’80%.
Buone le performance di Torino, dell’area metropolitana e dell’area collinare. Tiene l’area lacuale, mentre l’area montana, con l’eccezione dell’Ossola e della Valsesia, ha pagato gli effetti della siccità nevosa della scorsa stagione invernale.
E le previsioni per il futuro? Una cosa sembra certa: esiste un comprensorio da cui ci si aspetta un picco di visite. E’ la terra del nuovo Papa. Con la sua elezione, monsignor Bergoglio ha dato il via a flussi di turismo religioso verso l’Astigiano, sua terra d’origine. Il comprensorio si sta già organizzando, creando un consorzio di sei comuni pronto a rispondere all’inaspettata occasione. D’altronde in fatto di turismo religioso il Monferrato sta già lavorando da un po’, in vista degli eventi dedicati ai 200 anni dalla nascita di San Giovanni Bosco (che si festeggeranno il 14 agosto del 2014) .
Infine, un’ultima analisi dei dati: cosa cerca più di tutto il turista ospite delle terre piemontesi? Elementare… l’enogastronomia! Non a caso le colline e il prodotto enogastronomico registrano +4% di turisti rispetto al 2011, in particolare provenienti dall’estero (+6,3%), ma anche dal movimento interno (+2,1).
Dati: Sviluppo Piemonte Turismo – Osservatorio del Turismo
Immagine: Vincent Teriaca “Le Langhe”