Rimane meno di un mese per visitare a Rovigo l’originale esposizione dedicata alle opere degli artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. La mostra ricostruisce l’esatta consistenza delle opere dei circa cento artisti italiani che lavorarono per la Maison, soffermandosi anche sul contesto storico, artistico e sociale che permise il formarsi di un nuovo gusto borghese.
Negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, Adolphe Goupil (genio del mercato) cavalcò con spregiudicata capacità la nascita di questa tendenza borghese per il collezionismo d’arte. I nuovi ceti si avvicinavano alla pittura ricercando opere di grande qualità pittorica ed effetto e gli italiani erano proprio gli artisti che meglio rispondevano a queste esigenze. Con opere di piccolo formato, di grande impatto, piacevoli e di facile comprensione, che immediatamente divennero un modello da imitare. Ogni casa francese ed europea doveva godere di un’opera d’arte, si trattasse di un dipinto originale o di una riproduzione fotografica o a stampa. Questo il programma perseguito da Goupil che acquistava un dipinto, lo riproduceva con le più diverse tecniche e lo diffondeva ovunque, rendendolo popolare nel mondo. Goupil interveniva sulle opere già dalla loro creazione, imponendo agli artisti di fare delle modifiche e talvolta di cambiarne anche il titolo. Emblematico è il caso di una bellissima tela di Edoardo Tofano, che rappresenta una coppia che si abbraccia dopo che tutti gli invitati al loro matrimonio se ne sono andati. Per evitare il sapore malinconico di festa finita, Goupil ribatezzò l’opera “Enfin… seuls!” ad indicare l’attesa e la gioia dei novelli sposi nel trovarsi finalmente soli. E anche grazie a questo, il dipinto, riprodotto con le più svariate tecniche, divenne uno dei più famosi dell’epoca.
La Galleria annoverava tra le sue fila pittori di diversa provenienza e formazione (francesi, italiani, spagnoli, ungheresi), una scuderia di artisti che, uniti da un comune progetto e sentimento, dipinsero scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in ombrosi giardini, scene in costume, pompeiano o settecentesco, vedute urbane e paesaggi animati. Opere che divennero immediatamente popolari e apprezzate da critici e mercanti, creando e alimentando un gusto collezionistico di respiro europeo e internazionale, i cui effetti proseguiranno ben oltre gli inizi del Novecento.
Quella proposta a Palazzo Roverella di Rovigo è una mostra inedita, che raccoglie opere reperite in collezioni inseguite dal curatore della mostra nei loro infiniti passaggi di mano, dal momento del loro acquisto presso la Galleria Goupil ad oggi. Basti dire, ad esempio, dello Sposalizio in Basilicata di Giacomo Di Chirico, ritrovato in Messico e qui esposto per la prima volta al pubblico dopo 136 anni. I pittori italiani ricordati nei registri della Maison Goupil sono circa cento e la mostra li documenta attraverso le opere da loro realizzate per la galleria parigina, per la prima volta qui organicamente riunite.
Informazioni: http://www.mostragoupil.it
Immagine: www.mostragoupil.com
Vittorio Corcos, “Le Istitutrici ai Campi Elisi”, Carpi-collezione Palazzo Foresti
Giacomo Di Chirico, “La sposa del Prefetto” collezione privata
Antonio Mancini, “Adieu Paris!”, Londra -National Gallery