Sarà che ho potuto immergermi fra le opere di uno dei miei artisti preferiti, ma la visita alla mostra “RENOIR. dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie” allestita alla GAM di Torino mi ha tolto il fiato. Sarà anche che l’esposizione (inaugurata il 23 ottobre e aperta fino al 23 febbraio 2014) ha un’architettura particolare, inedita, che permette di rivisitare l’artista partendo da una nuova prospettiva tematica che evidenzia la grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica. Una straordinaria rassegna che documenta tutta l’attività di questo grandissimo pittore, testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi, hanno portato l’artista a fine carriera a un progressivo allontanamento dall’Impressionismo, ponendo a caratteri cubitali la sua firma in questa pagina della storia dell’arte.
La mostra di Torino infatti vuole essere un omaggio all’arte del maestro francese, attivo per oltre un cinquantennio, tanto da produrre oltre cinquemila dipinti e un gran numero di disegni e acquerelli. Nell’arco della sua vita, Renoir si misura infatti con la sperimentazione della pittura en plein air, fianco a fianco con l’amico e collega Monet, portando al tempo stesso a compimento opere in atelier. Inoltre si dedica anche alla ritrattistica su commissione, attorniato da una stretta cerchia di ammiratori e mecenati. La rassegna della GAM è dunque un’occasione irripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana e permette di ammirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte in Italia.
“RENOIR. dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie” nasce dalla collaborazione tra la Città di Torino, il Musée d’Orsay e Skira editore, che ha avuto inizio nel 2012 con la grande mostra dedicata a Degas. Quest’anno la GAM rende omaggio a Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), artista tra i protagonisti, con Manet, Monet, Degas, Pissarro, Sisley, Cézanne, tra gli anni Settanta dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, della grande stagione dell’Impressionismo francese. Le 60 opere provengono dal Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie, gallerie che conservano la collezione più completa al mondo dell’opera del Maestro francese. La curatela della mostra è affidata a Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay e grande specialista di Renoir e a Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino. L’esposizione rappresenta l’evento conclusivo della manifestazione “Torino incontra la Francia”, che ha accolto per tutto il 2013 eventi sulla cultura del paese d’oltralpe nel capoluogo subalpino.
La mostra torinese si articola in nove sezioni.
“L’epoca della bohème. Ritratti reciproci a Parigi negli anni ottanta dell’Ottocento”
E’ questo il periodo in cui, dopo l’ammissione all’Ecole des Beaux-Arts nel 1862, Renoir conosce e frequenta Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet, con cui soprattutto condivide sessioni di pittura en plein air a Fontainebleau o alla Grenouillère, nei dintorni di Parigi.
“Noi adoriamo le donne di Renoir” (Proust)
Una galleria di ritratti femminili. Renoir sceglie le sue protagoniste da ogni estrazione sociale: borghesi, operaie, ballerine, tutte rivestite da una grazia speciale e da un’impalpabile bellezza che rievocano i modelli femminili dell’arte settecentesca.
“il mestiere di paesaggista” (Renoir)
Questa sezione presenta dieci opere della collezione di paesaggio di Renoir del Musée d’Orsay, che ripercorrono un esteso arco cronologico, comprendente il viaggio ad Algeri effettuato dall’artista nel 1881. Alcune tele esposte sono proprio relative a questo soggiorno nordafricano, gli altri quadri rappresentano splendide vedute dove si percepisce la grande attrazione del maestro per l’acqua, il verde e i giardini,
“Infanzia”
I bambini, spesso i suoi figli o figli di amici, sono molto presenti nell’opera di Renoir. Sono nove le opere esposte che fanno a gara con i ritratti femminili nel regalare istantanee di volti infantili carichi di poesia. Tra questi il Ritratto del figlio Pierre (1885), unico pezzo della collezione della GAM.
“La fortunata ricerca della dimensione moderna” (Zola)
In questa sezione sono presentate cinque opere dedicate a uno spaccato della società moderna e ai nuovi divertimenti dei parigini, dai balli alle escursioni in campagna.
“A proposito delle Ragazze al piano”
Il celeberrimo capolavoro Ragazze al piano (1892) è stato il primo dipinto di Renoir a entrare nelle collezioni di un museo francese. Accanto ad esso sono esposte altre splendide tele dalle tematiche legate alla musica tra le quali il famoso ritratto di Richard Wagner, dipinto a Palermo nel corso di un memorabile incontro tra Renoir e il compositore tedesco (1882).
“Bello come un dipinto di fiori” (Renoir)
“Quando dipingo fiori – dichiarava – sperimento audacemente tonalità e valori senza preoccuparmi di rovinare l’intera tela; non oserei fare lo stesso con una figura.”. Questa zona è dedicata ai bouquet dipinti dall’artista, dove Renoir gioca con la tavolozza, con pennellate morbide e delicate, evocando i profumi dei fiori che a loro volta rimandano a sensazioni e ricordi.
“Il nudo, una delle forme indispensabili dell’arte” (Renoir)
È una sezione capitale della mostra, con opere fondamentali nella carriera di Renoir, che aveva sempre manifestato un profondo interesse per l’arte italiana rinascimentale, ammirando le opere di Raffaello, Tiziano, e il barocco nordico di Rubens, da cui assimila le forme morbide e il cromatismo pieno. “Guardo un nudo e ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle che faranno vivere e vibrare la carne sulla tela” – affermava il pittore.
In mostra, cinque tele dipinte nell’ultimo periodo della sua vita (tra il 1906 e il 1917) e una imponente scultura in bronzo, l’unica opera plastica in mostra.
“Il testamento delle Bagnanti”
All’ultimo fondamentale capolavoro di Renoir, Bagnanti (1918-1919), è dedicata la “chiusura” della mostra. Sino all’ultimo aveva lavorato alle sue Bagnanti, facendosi legare i pennelli alle dita ormai deformate dall’artrite reumatoide. Le bagnanti, infatti, sono da considerarsi il testamento pittorico di Renoir.
In mostra sono esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista: tavolozza, scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro. Renoir muore il 3 dicembre 1919, ucciso da un’infezione polmonare; la sera prima di morire pronuncia queste parole: “Forse adesso incomincio a capire qualcosa”.
Informazioni: http://www.mostrarenoir.it
Immagini: Mostra RENOIR. dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie. GAM. Torino
L’altalena, 1876 – Parigi, Musée d’Orsay
Claude Monet, 1875- Parigi, Musée d’Orsay