Fino al 23 febbraio a Torino si può ammirare la Sacra Famiglia (con San Giuseppe imberbe) di Raffaello. Questo capolavoro del Rinascimento italiano, appartenente alle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo, è esposto a Palazzo Madama grazie a un ampio programma di collaborazione culturale e scientifica tra le due istituzioni museali. Infatti, mentre il dipinto di Raffaello sarà a Torino, un altra somma opera del Rinascimento italiano, il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina (appartenente alle raccolte di Palazzo Madama) sarà esposto a San Pietroburgo.
Dipinta probabilmente intorno al 1506, dopo l’arrivo a Firenze di Raffaello, la Sacra Famiglia è stata identificata con uno dei due “quadri di Nostra Donna” che Giorgio Vasari segnala tra quelli realizzati per Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino.
Il perfetto equilibrio di forme, proporzioni, prospettiva e colori di questo toccante capolavoro ha sempre sollecitato artisti e letterati, come ben testimonia un passo dello scrittore francese Honoré de Balzac: “Ogni figura è un mondo, un ritratto il cui modello apparve in una visione sublime, intriso di luce, designato da una voce interiore, tracciato da un dito celeste” (1832).
La particolarità del taglio prospettico e la proposta inconsueta del san Giuseppe senza barba (che ha fatto pensare alla volontà di evocare la fisionomia di un contemporaneo, magari il committente) collocano il dipinto nel momento straordinariamente vivace della carriera del maestro di Urbino, poco dopo l’arrivo a Firenze (1504) che aveva significato per lui nuovi stimoli e nuove sfide.
Durante il suo soggiorno nella città toscana Raffaello era appena ventenne e si trova a confrontarsi con i maestri del Quattrocento e con le opere di Leonardo e di Michelangelo. Nel dipingere questa tela l’artista indaga e rinnova il collaudato soggetto della Madonna con il Bambino, creando diverse variazioni sul tema: lo sfondo non è più dominato dal paesaggio, ma da un’imponente quinta architettonica; la Vergine, idealizzata e con lo sguardo perso in meditazione, indossa abiti classicheggianti e un velo cangiante e un nastro rosso trattengono la sofisticata acconciatura con trecce; Giuseppe, che si presenta con caratteristiche inconsuete (senza barba e con i capelli radi e canuti), incrocia lo sguardo con il Bambino con espressione malinconica, forse ad alludere al futuro che attende Gesù; questi, in grembo alla madre e nudo (a simboleggiare che Cristo è vero Uomo), sembra cercare protezione aggrappandosi al seno della Madonna. Una studiatissima teoria di gesti e di scambio di sguardi che rende più che mai armonico il gruppo familiare così visto dal grande artista marchigiano.
La Sacra Famiglia di Raffaello si trova in Russia fin dal 1772, quando venne acquistata insieme alla ricchissima collezione di cui faceva parte (di proprietà di Pierre Crozat). I poderosi arricchimenti delle collezioni russe di questa stagione sono da attribuire alla volontà colta e raffinata dell’imperatrice Caterina II.
Informazioni: www.palazzomadamatorino.it
Immagine:
Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520)
Sacra Famiglia, 1506-1507 circa
Olio e tempera su tela, 72,5 x 56,5 cm.
San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage