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NON BUTTIAMOCI GIU’

Comincio subito col dire che questo film è tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, noto scrittore inglese che annovera molti fan anche in Italia. E, per dirla tutta, è l’autore di numerosi libri che sono poi stati trasposti in film. E’, infatti, l’autore di “Febbre a 90°”, “Alta fedeltà” e “Un ragazzo”,
la cui versione cinematografica ha mantenuto il titolo in lingua originale anche quando è sbarcata nei cinematografi italiani, ovvero, “About a boy”. Qualcuno di voi lo ricorderà anche solo perché il protagonista era Hugh Grant nel suo periodo d’oro. Per chi non lo sapesse Hornby è autore anche della sceneggiatura di “An education”,  film del 2009 diretto da Lone Scherfig (che per altro consiglio a tutti). Ma bando ai tergiversamenti e torniamo a “Non buttiamoci giù”. Il titolo non è una metafora del tipo “cerchiamo di stare allegri e pensiamo positivo”. La storia parla proprio di quattro tizi che, la notte di capo d’anno decidono di suicidarsi buttandosi nel vuoto. Peccato che scelgano lo stesso (famoso) grattacielo, per farlo. Ovvero il più alto di Londra. I quattro tizi sono Martin, noto personaggio televisivo (interpretato da Pierce Brosnan) che ha perso lavoro e carriera per aver sedotto una minorenne (finendo anche in galera), Maureen (la sempre straordinaria Toni Collette), una donna di mezza età con un figlio gravemente disabile, Jess (Imogen Poots) figlia poco più che ventenne di un politico di spicco che, nonostante l’apparente vita facile, sta affrontando il lutto per la morte della sorella e J.J (Aaron Paul), giovane rockkettaro più o meno mancato che consegna pizze a domicilio e che, non trovando una valida motivazione al suo tentativo di suicidio, racconta (mentendo) di vere un cancro al cervello. Di lui si capisce chiaramente solo il pensiero secondo cui il dolore va bene, perché è sopportabile, ma avere speranza, invece, è una cosa che uccide.  Premesso che, non avendo letto il libro, non posso affermare, come nel caso di “About a boy”, che questo sia migliore del film, ma certo, l’escamotage di “Non buttiamoci giù” per far incontrare i protagonisti è già in partenza poco credibile.  “Un ragazzo”, che nel 1998 ha venduto oltre un milione di copie nel Regno Unito (diventando uno dei libri inglesi più venduti di tutti i tempi) era decisamente più corposo rispetto alla sua trasposizione filmica. Le semplificazioni del film mi avevano un po’ delusa ma il risultato nel suo insieme era comunque, nonostante i tagli, decisamente gradevole e interessante. Ma soprattutto era credibile, nonostante la storia partisse con un altro escamotage, ovvero quello del protagonista che, per rimorchiare, fingeva di avere un figlio e di essere divorziato così da poter frequentare un’associazione di genitori singles in cui le iscritte erano prevalentemente donne. Come era accaduto per il libro, anche il film riusciva a miscelare bene comicità e momenti drammatici. Ed è proprio questo giusto mix che il regista Pascal Chaumeil non è riuscito, invece ad ottenere (seppur ci abbia provato), in “Non buttiamoci giù”. Nel complesso la storia, che pure ha una sua gradevolezza, risulta un po’ troppo superficiale e discontinua. E’ ottimoperò per passare una domenica pomeriggio fredda e/o piovosa, se non si ha di meglio da fare, o non si abbia voglia di affrontare trame o storie impegnative, ma non è esattamente quel che definirei un film imperdibile.

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