Questa è una storia lunga 290 milioni di anni. Eppure sono in pochi a conoscerla. In un’area che va dal Comune di Balmuccia a quello di Prato Sesia (siamo in Valsesia, in provincia di Vercelli) era attivo 290 milioni di anni fa un supervulcano che le sue importanti e notevoli eruzioni, in grado persino di oscurare l’atmosfera e di alterare il clima globale, han portato alla formazione di una caldera, ovvero uno sprofondamento del diametro di diversi chilometri. Dopo 10 milioni di anni di attività, però, il vulcano entrò in una fase di inattività fino a collassare su se stesso. Quando circa 60 milioni di anni fa Africa e Europa sono entrate in collisione si sono formate le Alpi, ma in corrispondenza della Valsesia il rivoltamento della crosta terrestre ha fatto emergere le parti più profonde del sistema di alimentazione del vulcano: così tutto l’apparato magmatico che un tempo stava sotto il vulcano, a una profondità di circa 25 chilometri, è emerso permettendoci di ammirare parti in genere inaccessibili.
La scoperta ha naturalmente creato entusiasmo e stimolato un’intensa attività divulgativa. Nel 2010 si è dato avvio alle procedure per l’istituzione di un Geoparco in Valsesia riconosciuto dall’UNESCO. A settembre 2013 il “Sesia – Val Grande Geopark” – costituito dall’area del Supervulcano, da parte del territorio della Valsessera (BI) e dal Parco nazionale della Val Grande (VCO) – è stato inserito nella Rete Internazionale dei Geoparchi UNESCO.
Informazioni: – www.supervulcano.it