La scienza favorevole agli Ogm punta il dito contro Greenpeace. Cento premi Nobel e influenti scienziati hanno inviato ai governi di tutto il mondo e alle Nazioni Unite una lettera aperta contro l’associazione ambientalista Greenpeace, che da anni si batte contro gli organismi geneticamente modificati (Ogm) e in particolare contro il progetto “golden rice” (“riso dorato”), una varietà di riso geneticamente modificato per produrre anche nel chicco e non solo nelle parti verdi betacarotene, un precursore della vitamina A. Fin dall’inizio degli studi di modificazione genetica di questo tipo di riso, l’obiettivo è stato quello di metterlo gratuitamente a disposizione degli agricoltori poveri, in modo che potessero disporre di cibo con maggiore apporto di vitamina A. La carenza di questa vitamina, ricordano i Nobel di Chimica, Fisica e Medicina, colpisce “250 milioni di persone in tutto il mondo, tra cui il 40% dei bambini sotto i cinque anni nei Paesi in via di sviluppo”. I cento firmatari dell’appello “Support precision agriculture”, tra cui figurano scienziati del calibro di James Watson (Nobel per la Medicina del 1962), scopritore della struttura del Dna, sino a Paul L. Modrich, Nobel per la Chimica del 2015, reputano gli Ogm «sicuri, green e di fondamentale importanza per i piccoli agricoltori», si legge sul sito dedicato all’iniziativa. L’opposizione agli Ogm, sostengono gli scienziati, «è basata solo su emozioni e dogmi, ma contraddetta dai fatti. Una opposizione che deve essere fermata».
La risposta di Greenpeace, l’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista ovviamente non si è fatta attendere. Essa ribalta le accuse sostenendo che «secondo l’Istituto internazionale di ricerca sul riso (IRRI – International Rice Research Institute, una Ong fondata nel 1960 con sede nelle Filippine, che si occupa di ricerca e addestramento in campo agricolo) l’efficacia del golden rice nella lotta contro carenza di vitamina A non è stata provata». Sempre secondo Greenpeace, «le aziende stanno facendo pressione sull’importanza di questo riso per aprire poi la strada per l’approvazione generale di altre colture geneticamente modificate e più redditizie» e conclude ricordando come, a suo giudizio, l’unica soluzione al problema della malnutrizione consista nell’adottare una dieta variegata e sana.