Ad Acqui Terme, considerata da sempre la Perla del Monferrato, dal 16 luglio al 4 settembre c’è Salvador Dalì.
La mostra è ospitata nelle sale della classica sede estiva delle rassegne pittoriche acquesi del Liceo Saracco, che ha accumulato negli anni una prestigiosa serie di mostre, ben 45, alcune di assoluto livello internazionale, creando una sequenza artistica che ha poche eguali in Italia. Anche quest’anno si è voluto realizzare un grande evento, raccogliendo in una coreografia di eccellente comunicazione sensoriale, sculture, ceramiche, litografie e gioielli (realizzati dallo stesso Artista spagnolo)
Così, sotto al sole d’agosto, accanto alle Terme conosciute fin dall’epoca romana e alimentate dalla Bollente (che sgorga poco lontano a 74,5 C°), ecco la disarmonica armonia di uno dei più grandi geni dell’ultimo secolo, Salvador Dalì.
Grande, immenso, metaforico, simbolico, allegorico e ancora tanto altro, Dalì ci invita alla meditazione, mai banale, sempre filosofica sui grandi temi della natura e dell’umano concetto.
Artisti ambedue spagnoli, appartenenti a correnti completamente diverse, portano all’Arte una nuova era non solo figurativa, ma anche mentale.
Se per Picasso esiste il ritorno all’infanzia, il voler imparare a “disegnare come un bambino”, per Dalì l’arte viene vista come una delle tante sfumature della psicologia umana: si apre con Dalì lo studio dell’inconscio nell’arte, ispirato dalle teorie freudiane e dalla dimensione del sogno.
Nelle sale interne del Liceo Saracco, bronzi, litografie, ceramiche, gioielli e sculture ci narrano i messaggi, a volte esoterici, occulti, misteriosi e segreti del suo universalmente riconosciuto gigantesco genio.
Entrando, davanti al desk, spicca la scultura dell’Elefante Spaziale (1980): il pachiderma possiede zampe sottili e
Nella sala a sinistra troviamo la scultura della “Donna e il Tempo” (ideato nel 1973, fusione nel 1984). La donna
A proposito di orologi molli, la scultura posta davanti alla sede della mostra ne rappresenta uno, chiamato da Dalì “Il Profilo del Tempo”. Ai visitatori apparirà strana e curiosa questa caratteristica, ma in questo orologio possiamo vedere il profilo del pittore stesso: le lancette rappresentano nello stesso tempo anche i suoi baffi! Una curiosità che solo la genialità di Dalì poteva realizzare e la lancetta delle ore segna le sei, il momento della nascita dell’artista.
La mostra antologica si intitola “Dalì: Materie Dialoganti” poiché diversi materiali “dialogano” e interagiscono fra di loro. Il pubblico è stato incuriosito fin da subito da questa rassegna, poiché (forse per la prima volta) presenta il Dalì non solo pittore, ma anche artista poliedrico, capace di impressionare e stupire le generazioni di tutti i tempi. Mostra che gli appassionati della grande arte non possono perdere, anche per l’allestimento piacevole e accattivante.