Torino è cambiata. La città ha scoperto che, come ha scritto il direttore di questo magazine, anche con la cultura si mangia. Un esempio interessante quanto degno di lode è L’officina della scrittura, primo museo al mondo dedicato al “segno”, inaugurato a Torino il primo ottobre scorso nella ex filanda settecentesca in strada Abbadia di Stura, già sede storica della manifattura Aurora, la fabbrica italiana di penne stilografiche. Ideato e fortemente auspicato da Cesare Verona, presidente di Aurora Penne e collezionista di strumenti di scrittura, il museo offre al visitatore un percorso che si snoda attraverso le molteplici forme del “segno” espresse dall’uomo, dalle pitture rupestri alle possibilità di espressione prodotte dalle recenti tecnologie. Ospitato in una struttura di oltre 2.500 metri quadrati, l’Officina della scrittura raccoglie le testimonianze del segno nel mondo preistorico, la prima macchina per scrivere (una Remington che Cesare Verona, bisnonno omonimo dell’attuale proprietario, portò per primo dagli Stati Uniti in Italia dando in un certo modo il via all’alfabetizzazione di massa), dagli aurotavi, la Waterman’ 22 del 1896, su su fino alle notissime penne Aurora 88, Hastil e Thesi disegnate da Zanuso, ai manifesti pubblicitari che hanno raccontato e raccontano un mondo fatto di carta, penne, inchiostri e calamai della sezione dedicata alle penne stilografiche iconiche del ventesimo secolo.
Il tema conduttore di questo nuovissimo museo, che ospita anche un auditorium e un fornito bookshop, è come detto il “segno dell’uomo”. Riscuote particolare interesse l’atelier dei mestieri, una sezione dedicata alle scuole, dove si tengono laboratori e corsi di formazione artigianale per quelli che, si spera, saranno i giovani talenti cui è affidata la custodia della memoria storica e la cultura del design italiano negli strumenti per comunicare.
In quell’area è stato ricavato anche Scripta volant, spazio dedicato all’arte moderna e contemporanea inaugurato il primo ottobre e visitabile fino al 15 gennaio 2017, dov’è esposta una selezione di opere di artisti – italiani sopra tutto – che nella loro attività hanno utilizzato il segno, i segni alfabetici e il linguaggio grafico. In questa “collettiva” hanno posto i lavori più significativi di una trentina di artisti italiani: Alighiero Boeti, Jessica Carrol, Ugo Nespolo, Emilio Isgrò, Sandro Chia, Nicola Meneghetti per citarne alcuni, che hanno lavorato sul segno nei loro dipinti o nelle loro installazioni.
L’Officina della scrittura non sarà un museo aziendale ma luogo dove imparare e veder fare, dove vivere un’esperienza emozionale e concreta, dove formare gli artigiani del futuro. La sezione più innovativa del progetto sta nell’Officina vera e propria, dove verranno inserite non solo cabine tecnologiche per la sperimentazione del lavoro da parte del visitatore, ma dove un vero e proprio centro di formazione avvierà al lavoro artigianale giovani talenti, con sicure ricadute sul mercato del lavoro e sul territorio. Un modo per lasciare un buon segno.
Officina della scrittura. Strada da Bertolla all’Abbadia di Stura, 200, Torino. www.officinadellascrittura.it