La parola originale è coat exchange. È un’esperienza americana di solidarietà “stagionale”: chi lo desidera, può lasciare cappotti, parka, piumini, guanti cappelli e sciarpe a disposizione degli indigenti che non possono permetterseli per ripararsi dal freddo che, negli States, quando c’è picchia duro, più che da noi. Funziona così: in strada c’è un appendiabiti – disponibile giorno e notte – con un cartello: «Ti serve un cappotto? Prendilo. Vuoi aiutare? Lascialo». Funziona. Gli homeless ne ricavano conforto.
Adesso questa iniziativa che, è il caso di dirlo, non si limita a “scaldare il cuore” viene riproposta in Italia. A Monza, per la precisione. In Piazza Carrobiolo, dove l’associazione Salvagente dell’ex presidente di Croce Rossa Mirko Damasco ha dato il via a «Scambio cappotti», progetto solidale che, con l’aiuto di punti commerciali aderenti all’iniziativa, dà la possibilità a chi ha bisogno di un cappotto o non ne possiede uno, di trovarlo, prenderlo gratuitamente e così ripararsi dal freddo. L’idea ha subito avuto successo; complice la temperatura sotto zero, nelle prime due notti l’appendiabiti solidale è stato svuotato e già riassortito con altri capi: tutti i cappotti messi a disposizione sono stati ritirati da chi ne aveva bisogno. Ad adoperarsi per rifornire l’attaccapanni dello “scambio”– novelli San Martino (il mantello, ricordate?) – sono stati gli stessi cittadini, grazie alla mobilitazione del gruppo Facebook “Easy Monza”.
L’obiettivo ora è quello di superare, grazie alla solidarietà, anche i confini monzesi e raggiungere le altre città. «Vogliamo dimostrare che la condivisione esiste, che le persone hanno voglia di fare del bene e le cose belle funzionano” spiega Mirko Damasco. «Al momento abbiamo ricevuto alcune richieste da Seregno e Rimini e l’idea è quella di cercare di diffondere l’iniziativa in più parti d’Italia».