«L’Occidente paga lo scotto di una grave mancanza, quello di aver smesso di garantire ai suoi cittadini quello che ci si aspetta dai propri governi» ossia: equità, prosperità e sicurezza. Lo si legge a pag.10 del libro di Bill Emmott Il destino dell’Occidente. Come salvare la migliore politica della storia (Marsilio), 307 pagine, 18,00 euro.
Ma che cos’è l’Occidente? Secondo l’Autore, essere moderni e occidentali è la stessa cosa. Essere occidentali significa per definizione essere all’avanguardia in quasi ogni campo: scienze, cambiamenti sociali, culturali, benessere, prestigio, potere. Un fatto così acquisito che, quando parliamo di «occidentali», facciamo persino fatica a ricordarci da che cosa ciò nasce e di che cosa parliamo.
L’Occidente, ricorda Emmott – direttore dell’Economist dal 1993 al 2006, “montiano” durante il governo Monti come si autoproclama nella postfazione all’edizione italiana, collabora regolarmente con La Stampa –, è un modo di organizzare la società che, rispetto ad altri modi, ha procurato a chi ha scelto di perseguirli più libertà pace stabilità opportunità e progresso di qualunque altra epoca precedente. Oggi quest’idea è oggetto di pesanti minacce. Non dall’esterno, ma dall’interno. Si spiegherebbe così, secondo l’Autore, l’emergere di personalità e forze politiche che impersonano valori assolutamente non occidentali. Valori che rischiano di distruggere le conquiste faticosamente raggiunte finora. Di fronte all’instabilità globale e alle tensioni economiche, sembra che la sola risposta possibile sia chiudere i confini e ricorrere al nazionalismo (populismi e gli stati sovranisti, per intenderci).
Per far prevalere ancora l’idea di Occidente in circostanze come queste (per conservarla, diremmo noi, e ci sembra gia un programma ‘di minima’) dovremo – spiega Emmott – cercare con maggiore convinzione di tener vivi i suoi valori fondanti e tenere a mente due cose: che senza apertura l’Occidente non può prosperare, e che senza uguaglianza l’Occidente non può durare.
Adesso però i “barbari” sono alle porte. Questo, che è pure il titolo dell’ultimo capitolo dell’interessante libro di Emmott (la sua postfazione da sola vale il prezzo del volume), ci mette davanti a un quesito epocale: è salvabile il destino dell’Occidente? Visto che in Europa, culla storica della nostra civiltà, gli attacchi terroristici recenti sono stati portati da musulmani “europei” di seconda/terza generazione, ha ancora senso aprire ai “barbari” proponendo loro il nostro modello occidentale, e così difenderci dal declino? Già mezzo secolo fa, ad analoga interrogazione così rispondeva il mio professore di scienze politiche: la democrazia si difende con più democrazia, non con meno.
Domanda: vale anche nei confronti di chi senza rivendicare libertà prosperità possibilità casomai negategli, ti sgozza in nome del suo dio?
Ecco, il punto è proprio (solo) questo, direi. Tutto il resto è conseguenza