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CYBERCONDRIA

Consultate ossessivamente internet per trovarvi conferma delle vostre (immaginarie) malattie? Allora siete cybercondriaci, secondo un neologismo creato nel 2009 da due ricercatori della Microsoft, l’azienda informatica statunitense. Veramente, la patologia originale sarebbe l’ipocondria, la fissazione fobica che attraverso le sensazioni fisiche monitorate ossessivamente scambiate per sintomi induce nel soggetto la paura involontaria d’essere malato, spingendolo a ricercare continue rassicurazioni sul suo stato di salute. Da qui la consultazione compulsiva del “dottor Google” attraverso internet, fonte che a richiesta dispensa informazioni e consigli sanitari su tutto e a tutti. Al punto che in qualche farmacia è comparso un avviso per i pazienti: «Gentili clienti, siete pregati di rispettare la nostra laurea in farmacia (quattro anni di studi), superiore a quella del dottor Google». Paradossalmente anche il suo rovescio, non consultare mai Google, potrebbe essere… una forma di ipocondria.

C’è modo di difendersi? «L’unico modo per tutelarsi rispetto ai pericoli della rete è educare non solo i giovani, ma anche i grandi». Così il numero due di Google, Prabakhar Raghavan, a margine del suo intervento all’Internet Festival di Pisa di qualche anno fa, ammoniva: «Quella della sicurezza è una questione estremamente importante perché, nella realtà, ogni volta che scopriamo nuove tecnologie, da un lato siamo emozionati e contenti del potenziale che queste novità possono offrire, dall’altro però non ne conosciamo i pericoli che possono avere insiti al proprio interno». Riflettete. E state bene, gente.

 

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