Devo dire la verità che ancora adesso mi sfugge qualche volta di chiamarla Cecoslovacchia, sebbene la Storia l’abbia cancellata dalle carte geografiche 24 anni fa. Allo stesso modo i miei figli devono fare uno sforzo per pensare che la geografia del nostro continente non è sempre stata così come la conoscono oggi. Per molti di noi, invece è ancora viva la consapevolezza che negli ultimi secoli guerre, rivoluzioni e trattati hanno riscritto la Storia, ridisegnato i confini e rimpastato l’identità nazionale di molti Paesi. Tra questi c’è appunto anche la Repubblica Ceca.
Perché saltar su con tutto questo preambolo, vi chiederete?
Perché siamo nel 2018 ed è in quest’anno che ricorre il centenario della fondazione della Cecoslovacchia, scissa pacificamente nel 1993 nelle Repubbliche Ceca e Slovacca. Perché ci sembrava interessante dare notizia delle numerose iniziative, congiunte, organizzate per celebrare l’anniversario della liberazione dagli austro-ungarici.
Ecco allora un buon pretesto per dedicare uno scampolo delle prossime vacanze alla visita della Repubblica Ceca, con uno sguardo al suo passato più recente, condiviso con la “sorella” Slovacchia.
Quel che si ricorda quest’anno è il Centenario della fondazione della Cecoslovacchia, che cade precisamente il 28 ottobre 2018. Sul tema sono numerose le iniziative estemporanee in cartellone, ma l’invito è quello di scoprire le testimonianze permanenti della fondazione della Cecoslovacchia e del suo cammino verso l’indipendenza attraverso alcune luoghi del territorio ceco.
L’itinerario si snoda dalle visite ai capolavori dell’architettura funzionalista, alle case automobilistiche Skoda e Tatraai, ai laboratori del leggendario cristallo artistico di Boemia; dalle gallerie che raccolgono le opere di Mucha, Kupka e Filla, ai luoghi frequentati dal primo presidente di Cecoslovacchia Masaryk; dalle futuristiche interpretazioni architettoniche di Loos, Gocar e Kotera, alle fortezze di frontiera che dovevano proteggere il nuovo Stato e ai monumenti di Praga legati al totalitarismo. Ma anche alle caffetterie, ai locali, ai musei, agli atelier e a tutti quei luoghi dove, con l’indipendenza, esplose la vivace vita culturale che ancora caratterizza la Repubblica Ceca.
Tra le tante mete che compongono questo itinerario, è assolutamente da menzionare una città particolare, dallo stile unico: Zlín. Questa città, costruita nel periodo tra le 2 guerre in stile funzionalista, è un esempio raro nel mondo di urbanistica e architettura moderna. Qui tutto è economico, razionale e funzionale: ville, case unifamiliari, appartamenti, colonie di operai, case collettive, edifici pubblici, il primo grattacielo ceco, la numerazione originale delle strade (secondo l’orientamento) e degli edifici (in base alla posizione).
“Oggi fantasia, domani realtà“, era lo slogan diffuso dall’industriale J. A. Baťa (magnate di calzoleria nota in tutto il mondo) quando concepì e fece costruire Zlín, l’unica città “americana” del periodo della cosiddetta prima repubblica cecoslovacca. Lo fece collegando l’architettura funzionale con la tecnica dell’ultima generazione e nuovi metodi di gestione aziendale.
Il personaggio era assai particolare: fervido sostenitore del credo americano “il tempo è denaro”, adibì l’ascensore dell’edificio della direzione, il Grattacielo Ventuno, a suo ufficio personale, ciò per poter gestire al meglio la sua azienda. Il Grattacielo Ventuno fu all’epoca della sua nascita la seconda struttura più alta d’Europa; recentemente ha subito una sensibile ristrutturazione che consente ai visitatori di vedere una serie di particolari all’avanguardia.
Al piano superiore del Ventuno è accessibile una terrazza da cui la vista spazia sulla colonia di case fatte costruire da Baťa per i suoi dipendenti. Da non perdere!
Informazioni: www.czechtourism.com
Immagine: Libor Svàcek