Novità 2019: ticket d’ingresso a Venezia. Da quest’anno si potrà visitare la prima delle città d’arte italiane pagando una tassa d’ingresso di 10 euro. Uno scontrino come avviene per cinema e musei, toilette pubbliche, zone urbane a traffico limitato e via elencando. Venezia come ogni altro parco turistico a tema, il cui business è il profitto?
Tassa di sbarco
Il documento ufficiale del provvedimento istituito per Venezia e le isole minori della laguna – alternativo all’attuale tassa di soggiorno indica la sua duplice finalità: «incrementare il gettito degli accessi alla città e ridurre gli ingressi delle grandi navi nella zona lagunare». La tassa di sbarco «punta a ‘colpire’ i turisti giornalieri [quelli che i veneziani argutamente chiamano sportivi, perché si servono della sportina, la sporta per la colazione al sacco, ndr] che sono la maggior parte dei visitatori della città, ma portano in termini di fatturato solo il 30% a fronte del 70% dei pochi milioni di pernottanti che pagano da anni la tassa di soggiorno». Federalberghi si è detta favorevole; anzi, provvedimento da copiare per altre città. La tassa di soggiorno a carico esclusivamente di chi ha pernottato nelle strutture ricettive veneziane nel 2018 ha reso 33 milioni. Secondo le prime stime il nuovo provvedimento dovrebbe generare dai 40 ai 50 milioni di euro.
Tentativi di disciplinare l’afflusso a Venezia, i tornelli i più recenti, ne sono stati sperimentati nei decenni passati. Visto il loro insuccesso, la proposta di imporre una tassa di sbarco “lagunare” non induce troppe speranze. Commenta l’accademico e opinionista Stefano Zecchi, veneziano doc: la tassa farebbe intendere la «volontà amministrativa di affermare che Venezia è un museo con abitanti in via d’estinzione e di abbandonarsi alla globalizzazione turistica perché tanto è ingovernabile”. E i residenti? Loro commentano: «Nialtri semo altri teèri» (il teèr è, ad esempio, il telaio della finestra. Si riferisce alla capacità di sopportare le contrarietà della vita perché, appunto, temprati dall’esperienza).
Non solo denari
Che cosa ne faranno di questi schei in più, a Venezia minacciata dall’overtourism, il “sovraffollamento turistico”: 73,8 turisti per abitante il rapporto impressionante indicato da Airbnb in un suo studio? I soldi però, come l’esperienza insegna, da soli non bastano. Ricordate il “Mose”, costo complessivo 4,9 miliardi, progettato per difendere Venezia dall’acqua alta, i cui lavori avrebbero dovuto terminare il 31 dicembre 2018? Riferisce il Corriere del Veneto che secondo il Consorzio Venezia Nuova servono altri due anni di lavoro e una «ulteriore necessità di finanziamento» pari a 210 milioni. Che fanno lievitare il conto a 5,7 miliardi di euro. Intanto, l’abbordaggio alla città di San Marco, la più bella del mondo, prosegue.