E’ di gran moda il turismo esperienziale. Innovativa faccia del poliedro turistico, è un movimento globale in crescita, ormai decisamente consolidato sul mercato. Visti i grandi numeri della domanda, gli operatori del settore lo propongono ormai in tutte le forme e in ogni salsa.
Dicono che sia il motore del turismo moderno e piace molto ai Millennials. Il turismo esperienziale si fonda su un nuovo concetto di vacanza che poggia su capisaldi precisi: assaporare con calma ciò che si vive, porre attenzione ai sentimenti che accarezzano l’anima, immergersi nel mondo che si visita. Con il turismo esperienziale prende il sopravvento il fattore umano, l’empatia. Il turista non si accontenta più della proposta tradizionale, ma va alla ricerca di momenti unici e irripetibili che gli permettano di arricchire i propri saperi, di allargare gli orizzonti, di calarsi nella cultura locale, di viverne la spiritualità e le tradizioni, di assaporarne i sapori e di approfondirne la conoscenza al punto da diventare protagonista della propria meta.
Sono dunque cambiati i parametri di definizione di viaggio: da sinonimo di fuga e relax si è passati all’esperienza immersiva. Il turista è protagonista e non più spettatore. La miglior definizione di questo segmento dei viaggi la offre la lingua spagnola che rende bene l’idea denominandolo turismo “vivencial”, aggettivo che mette insieme queste tre azioni: vivere, sentire, provare.
Quindi non è tanto la destinazione a fare la differenza, ma l’attività che quella destinazione offre. Attività che deve avere caratteristiche di autenticità e che non può mai perdere di vista tre aggettivi: tradizionale semplice e naturale.
La ovvia conseguenza è stata un fiorire di proposte esperienziali legate al turismo enogastronomico, culturale, sportivo e del benessere. Un mondo, quello delle esperienze, che permette agli operatori di diversificare la loro offerta e creare un valore aggiunto per i propri ospiti. E allo stesso tempo di distinguersi dai concorrenti proponendo dei prodotti su misura, cuciti addosso alle caratteristiche della clientela.
Così il turista si può trovare a preparare le pietanze tradizionali del luogo, dopo aver raccolto di persona le verdure, o può acquistare un’esperienza di degustazione in una cantina dove partecipa ad una fase della produzione. Spesso è la bicicletta ad avere un ruolo centrale nella visita esperienziale, altre volte ci si imbarca per partecipare alla pesca d’altura (per poi gustare piatti tipici preparati col pescato). Poi ci sono proposte in tema archeologico e religioso. Si può anche vivere un antico rituale con uno sciamano o sfidare una campionessa in un incontro di pugilato. Chi lo desidera può confezionare un kimono a Tokyo, o trascorrere una giornata in uno studio di registrazione, o fare una gita su una montagna sacra del centro Africa accompagnato da guerrieri.
Ce n’è per tutti i gusti. Il web trabocca di proposte. Basta dare un’occhiata per esempio su Airbnb, che accanto alla proposta di affitti di case ha aperto la vetrina delle esperienze.
A volte però sotto la voce esperienza si camuffa il vecchio: un classico tour d’altri tempi, o la ben poco innovativa lezione di surf o un semplice pranzo in un ristorante, ma pare che, se rinominati sotto il cappello delle imprescindibili esperienze, ritrovino nuova freschezza e nuovo fascino.
Quando si dice la moda….