Momento delicato per il turismo italiano. Per la prima volta da cinque anni, le previsioni per la stagione estiva hanno il segno meno: tra giugno e agosto sono attese 205 milioni di presenze, quasi 2 milioni in meno rispetto all’estate 2018, pari a una flessione dello 0,9%. Il calo coinvolge turisti italiani (-1,1%) e internazionali (-0,8%), ed è dovuto alle condizioni meteo ancora incerte – che non favoriscono le prenotazioni – ma anche alla ripartenza delle destinazioni ‘competitor’ del mediterraneo meridionale e orientali, frenate in passato dalle tensioni internazionali. Non a caso a soffrire sono soprattutto le nostre aree costiere (-1,4%).
È quanto emerge dalle previsioni elaborate da CST per Assoturismo Confesercenti, in occasione dell’approfondimento dedicato dall’associazione di imprese al tema della legge delega al governo in materia di turismo. Secondo Assoturismo, anche altri fattori concorrono a creare difficoltà al comparto che per l’Enit vale circa il 5,5 per cento del Pil nazionale: da noi l’Iva di settore è più alta di 1,5 punti rispetto alla media europea; le previsioni di incremento della tassa di soggiorno (12 per cento il prossimo anno, 13 per cento nel 2021; attualmente i turisti pagano 2,6 miliardi di euro di tasse).
Spiace ammetterlo, ma in Italia i turisti riscontrano vacanze mediamente più costose, strutture ricettive mediamente antiquate, trasporti il più delle volte inadeguati ai trasferimenti interni, servizi specifici spesso inidonei e inferiori alla concorrenza internazionale, personale non di rado… approssimativo. Non è raro che il turista sia percepito come un bancomat, quel bancomat da molti operatori commerciali rifiutato soprattutto “in stagione”. In una parola, il turismo italiano è vittima di una generale, scarsa attitudine al marketing strategico.
Fra gli strumenti individuati per contrastare questa battuta d’arresto, l’attuale ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio propone di «migliorare l’offerta turistica e sconfiggere l’abusivismo» e «l’istituzione della Carta del Turista, che consentirà di acquistare con un unico strumento beni e servizi, dai trasporti all’ingresso ai luoghi di cultura, parchi divertimento, spettacoli, prodotti enogastronomici». Naturalmente a condizione che i trasporti non scioperino, musei e luoghi di cultura restino aperti nei festivi, le città d’arte siano difese dal turismo “mordi e fuggi”… e via elencando secondo cronaca (pressoché) quotidiana.
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