IL FASCINO INTRAMONTABILE DEL TE’ E DELL’ARTE ORIENTALE

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“Quando bevo il tè” dice il noto monaco zen Thich Nhat Hanh, “ci siamo solo io e il tè, il resto del mondo si dissolve”. In effetti la bevanda che si ricava dall’infusione delle sue foglie è da secoli sinonimo di meditazione e relax e, in questo particolare frangente in cui il lockdown ci obbliga a passare più tempo in casa, molte persone sembrano aver riscoperto il piacere di questo rito millenario, in beata solitudine.

C’è anche chi si azzarda ad invitare a casa uno o due amici o parenti per condividere con altri questo piacere. Complice anche il fatto che tanto, fuori non ci si può neanche sedere al tavolino di una caffetteria … Ovviamente a farlo sono per lo più persone che non hanno problemi di fragilità. Almeno tra quelle di mia conoscenza.

“Un bagno rinfresca il corpo, una tazza di tè lo spirito” dice un vecchio proverbio giapponese e in effetti il tè è bevanda dalle origini antichissime, caratterizzata da doti curative e toniche, che nelle tradizioni orientali trova le sue radici anche in antiche leggende. Il mondo del tè è di fatto un mondo affascinante e a tal proposito, per chi fosse interessato a conoscere le proprietà e gli aromi delle diverse qualità, segnalerò alcuni testi e letture nonché un’iniziativa particolarmente interessante che abbina a questa antica bevanda anche la scoperta delle tecniche artistiche dell’Oriente. Cominciamo da quest’ultima .

Il Museo d’Arte Orientale di Torino propone, da sabato 17 aprile “Arte e tè in Oriente”. Si tratta di un’esperienza interattiva, curata dall’associazione Thetrum Sabaudiae attraverso cui si potrà ammirare una selezione di opere che raccontano le antiche rotte del tè e la sua diffusione, ma anche seguire laboratori per imparare le corrette tecniche di preparazione e infusione. Come diceva, infatti, lo scrittore ed economista Nitobe Inazō, l’arte di bere il tè è un poema ritmato da movimenti armoniosi.

Si comincia dunque con un viaggio virtuale tra i dipinti e le stampe policrome nella galleria dedicata al Giappone cui seguirà un laboratorio interattivo condotto da Claudia Carità, per preparare e degustare il tè Kamairicha Miyazaki: dall’analisi della foglia alla corretta infusione, al confronto con il classico Sencha, anche conosciuto come tè dell’ospitalità (miscele e materiali occorrenti saranno in buona parte spediti a casa dei partecipanti, dopo l’iscrizione e il pagamento online).

Stessa formula anche per un altro tour in streaming, dedicato però alla Cina, attraverso storie e leggende sul tè dal Neolitico all’epoca Tang (618-907 d.C.) come quelle legate alla sua scoperta – che fu attribuita al sovrano Shennong – e alla sua diffusione attraverso le vie carovaniere (costi e modalità su www.arteintorino.com o www.maotorino.it).

Per quanto riguarda invece le letture, tra i libri usciti in questi ultimi due anni, sono da citare le “Storie del tè. Monaci e mercanti, regine e avventurieri” di  Linda Reali (Donzelli) e “Quando bevi il tè, stai bevendo nuvole” di Thich Nhat Hanh (Terra Nuova Edizioni).

Tra i testi che sono divenuti ormai dei classici, invece, “I pensieri del tè” di Guido Ceronetti, pubblicato da Adelphi nel 1987. Si tratta di aforismi e riflessioni su cui meditare mentre ci si ritaglia una pausa e ci si concede un momento con sé stessi, in beata solitudine, davanti a una tazza fumante e ristoratrice accompagnata magari anche da un paio di golosi pasticcini. Ne cito un paio su tutti: “La scienza fa che i cuori battano più a lungo – ma li ha avviliti. Paghiamola, senza ringraziarla” e ovviamente “A chi non capisce l’allusione è inutile fornire la spiegazione.”

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