Catturare lo spirito di un artista poliedrico e multiforme come Mario Russo è, al contempo, impresa complessa e stimolante. Da qui l’idea di catalogare la sua immensa produzione artistica creando – quale primo step di un più ampio percorso – uno spazio online che non è solo un sito e non è solo un archivio.
E’ un luogo di riflessione, confronto e progettazione, ma soprattutto è il risultato di un minuzioso e accuratissimo lavoro di catalogazione di più di 1000 opere dell’artista, a cura della figlia Mariella, con il sostegno e l’incoraggiamento silenzioso ma determinato della madre Antonietta, moglie dell’artista e il supporto di due abili professionisti: Luca Motto, attuale curatore della Civica Galleria d’Arte Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice ed Emanuele De Donno, webmaster.
Per più di cinquant’anni, Mario Russo, si è mosso sulla linea dell’avanguardia. Dal dopoguerra agli anni Duemila, ha trovato espressione tra linguaggi figurativi e astratti, attraverso la sperimentazione di tecniche e materiali artistici tra i più diversi e multiformi, usando spesso anche metodiche del tutto innovative. Oltre ai pigmenti pittorici per le sue tele, anche l’acciaio, il vetro e soprattutto le materie plastiche per la realizzazione dei Cosmocorpi, membrane aeriformi vibratili simili a embrioni, esposte per la prima volta a Torino nel 1969, negli spazi della Galleria Franzp e tre anni dopo, nel 1972 alla Galleria LP220.
Scriveva l’artista: “Ho cercato di scavare fino all’impossibile, di andare all’origine, ai primordi”. Proprio questa sua sensibilità e poliedrica espressività, consentono a tutti – anche ai non addetti ai lavori – di immergersi nelle suggestioni di colori e forme che, di volta in volta, egli sapientemente usa per creare fluidi movimenti quasi ancestrali o geometriche staticità, sinuosità di intrecci corporei o visionari paesaggi interiori.
Ne sono un esempio, oltre ai Cosmocorpi, anche le Alternanze, che l’hanno visto confrontarsi, negli anni Settanta con l’esplorazione di ricerche minimaliste nonché le Levitazioni/Compenetrazioni simmetriche degli anni Ottanta, giusto per citarne un paio.
L’intento che anima coloro che si sono dedicati e si stanno tuttora dedicando al progetto (io ho contribuito solo in parte con alcuni testi per il sito e alcuni articoli) è quello di aver creato uno spazio tutt’altro che statico e definitivo. Qui le opere, intrecciandosi con il pensiero e la vita dell’artista, divengono spunto per ulteriori confronti, approfondimenti e progetti, in una sorta di evoluzione e work in progress continui.
Il sito, che è stato appunto realizzato da Emanuele De Donno, ha ottenuto una nomination al Digital Design Award, il primo premio italiano che promuove l’eccellenza creativa italiana nel design per il mondo digitale.