Conosciamo la storia (e il valore commerciale) del black Friday: ne abbiamo parlato su queste pagine), ma adesso un altro nuovo modo di interpretare i giorni della settimana è diventato d’attualità. Ne è un esempio il Blue Monday, che cade il terzo lunedì del mese di gennaio. E che alcuni si propongono di festeggiare malgrado sia il “giorno più triste dell’anno”.
Diciamolo, è una delle tante superflue invenzioni del mondo provenienti dal mondo anglosassone, che però facilmente troverà accoglienza anche nella “provincia” italiana, a vedere dai precedenti. Noterella a margine: attenzione, amici: l’inglese ha parecchi false friends anche nelle regole grammaticali; perciò se non volete apparire poco eruditi, ricordate che contrariamente all’italiano in quella lingua la settimana inizia di domenica e che tutti i giorni vanno scritti con la prima lettera maiuscola.
Per il vero, il Blue Monday si riferisce a un giorno del Crack del ’29 in cui il mercato azionario statunitense conobbe un crollo senza precedenti: i prezzi del Dow Jones, il più autorevole indicatore di borsa di Wall Street subirono un calo del 13%. Fu il preludio al periodo del secolo passato che oggi indichiamo come la grande Depressione. Durante il Blue Monday, i prezzi subirono drastici cali del Dow Jones, il più grande indicatore di borsa di Wall Street in quel momento. L’incidenza di questo evento sull’economia nordamericana fu tale che da allora l’appellativo è utilizzato per indicare i periodici disastri nelle borse-mercato per la contrattazione e il commercio di titoli azionari e valori. Sebbene esso derivi da un fatto accaduto quasi un secolo fa, ai nostri giorni il Blue Monday è stato utilizzato dagli specialisti per indicare il crollo della borsa del lunedì 19 ottobre 1987 e, attualmente, i cali del mercato azionario conseguenti la crisi pandemica del Coronavirus.
Torniamo a bomba.
Il Blue Monday -il lunedì più nero dell’anno- ha una sua storia concreta riassumibile in una formuletta, questa:
C (P+B) / N+D,
cioè “temperatura media per i giorni trascorsi dall’ultimo stipendio percepito più i giorni fino al prossimo festivo, diviso il numero di notti passate a casa in un mese più il numero di ore quotidiane di luce”. Essa è dovuta alla intuizione di qualche anno fa del professor Cliff Arnall, psicologo dell’università di Cardiff, la capitale del Galles. Sembrerebbe a tutti gli effetti un modo simpatico per attribuirle patente di attendibilità. A noi sembra una fotografia, in anticipo sui tempi, delle giornate che stiamo vivendo in àmbito pandemico, con le sue costrizioni, raccomandazioni, divieti e via elencando. Giorni che sono tristi già di loro e che non hanno certo bisogno di essere celebrati nel calendario, converrete.
A dirla tutta, è da mo’ che qualcuno, alla domanda: «Come stai?» di solito sospirando risponde: «Da lunedì mattina». Chi lo fa quasi sicuramente è una persona “grigia”, abituata a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Non soltanto nel lunedì nero. Allora “Think positive!” perché “The positive thinker sees the invisible, feels the intangible, and achieves the impossible. Chi pensa positivo vede l’invisibile, sente l’intangibile e raggiunge l’impossibile”. (Winston Churchill)