Tutti i prodotti, ci ricorda il marketing, hanno il loro ‘ciclo di vita’. Curiosamente, anche le parole ce l’hanno. Ce ne sono che nel nostro linguaggio quotidiano non usiamo più, altre che vi fanno il loro ingresso. E sembrano destinate a rimanervi. L’incognita, in questo caso, è il tempo. La loro durata, il loro ciclo di vita.
Un esempio di ciò sembrano essere l’aggettivo plastico e l’avverbio plasticamente, che ormai compaiono nel parlato audiovisivo e sulla stampa, specie se riferiti ad argomenti ‘alti’. Li abbiamo sentiti e letti, plastico/a, plasticamente, soprattutto nelle argomentazioni politiche, scoprendo un significato fino a ieri inusuale, essendo il sostantivo ‘plastica’ normalmente riservato alla chimica e all’arte.
Chi comunica con questa modalità intende la ‘plasticità’ capace di conferire all’affermazione una patente di verità? Ipotesi fondata: “per estensione, infatti, tra i suoi significati l’avverbio plasticamente e l’aggettivo plastico/a vogliono dire anche: con bell’effetto di evidenza o di rilievo” (Treccani). Benissimo. Ma dire evidente, rilevante, convincente, reale, chiaro/a, indubbia/o, lampante, visibile, tangibile no?