Domanda: che cos’è, nella società della comunicazione, la polarizzazione all’interno di un gruppo sociale? Risposta: la tendenza degli individui membri del gruppo ad assumere sistematicamente e in modo graduale posizioni e atteggiamenti più estremi rispetto alla media delle posizioni iniziali dei restanti membri.
Un recente saggio aiuta a capire il fenomeno: nel mondo dei social network la polarizzazione, leggiamo a pagina 12 del saggio che porta lo stesso titolo di questa recensione «è una costante del mondo online, perché, da un lato, ognuno si richiude nel proprio pensiero ed è figlio dei suoi cari pregiudizi, dall’altro perché fa audience ed è premiata da un modello di business basato sulla vendita di pubblicità. L’antagonismo tra fazioni diverse si esplicita sui social network, dove agiscono bias (pregiudizi) cognitivi e algoritmi in un gioco in cui, infine, nessuno può dire di essere veramente libero».
All’interno di quella che gli addetti ai lavori chiamano “infosfera” (nella filosofia dell’informazione con questo termine si intende la globalità dello spazio delle informazioni, cioè sia il ciberspazio sia i mass media classici), trova spesso spazio anche il cosiddetto hate speech (discorsi d’odio), ovvero le espressioni d’intolleranza rivolte contro certe minoranze. Un fenomeno, questo, sempre più presente nelle nostre società. A esempi virtuosi si alternano dinamiche d’odio come l’hate speech appunto, il revenge porn e il cyberbullismo per citare solo i più evidenti. Fare buon uso dei social network non è dunque così scontato come si crede. Una delle ragioni se non la principale alla base della diffusione della disinformazione è appunto la polarizzazione.
Walter Quattrociocchi e Antonella Vicini, gli autori di questo libro, portano alla luce le dinamiche molto complesse che, nel tentativo di superare le polarizzazioni, ne facilitano la comprensione. Costruito sui più aggiornati studi scientifici sul tema, Polarizzazioni offre una visione nuova e illuminante del nostro mondo digitale per giungere a conclusioni “sempre temporanee” su una realtà in continua evoluzione. In tempi di domande sul progredire dell’algocrazia, una lettura che non può mancare.