HAYEZ ALLA GAM DI TORINO

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E’ un itinerario che attraversa un secolo di storia e che ci consente di ammirare l’evoluzione dell’opera del pittore veneziano Francesco Hayez (1791 –1882), ripercorrendo le tappe della sua lunga carriera. Stiamo parlando della Mostra “Hayez. L’officina del pittore romantico”, promossa dalla Gam di Torino e visitabile fino al prossimo 1 aprile.

L’allestimento si articola lungo un percorso che abbraccia tutta la carriera di questo genio romantico, dagli anni della formazione tra Venezia e Roma – che lo vede abbracciare lo stile neoclassico sotto la guida del Canova – alla sua affermazione, una volta trasferitosi a Milano, come protagonista assoluto del romanticismo, fino alle nuove istanze realistiche che andarono affermandosi dalla seconda metà dell’800 e quindi negli anni della sua maturità. La curatela, affidata a Fernando Mazzocca ed Elisa Lissoni, consente però anche una lettura inedita della sua opera, che passa attraverso il confronto tra alcuni dei dipinti più importanti e i rispettivi disegni preparatori.

Particolarmente interessante in tal senso è “La sete dei crociati”, l’opera che il pittore considerava il suo dipinto più importante e alla quale si dedicò per quasi un ventennio, dal 1833 al 1850. La genesi di questo capolavoro, commissionato dal re Carlo Alberto per la Sala delle Guardie del Corpo di Palazzo Reale – dove ancora si trova – è evidente nei molti disegni preparatori che servirono all’artista per arrivare alla miglior resa finale dei movimenti delle figure sulla tela.

Giuseppe Mazzini definì Francesco Hayez “il capo della scuola di Pittura Storica che il pensiero nazionale reclama in Italia”. Molte sue opere rivelano, infatti, un contenuto politico e patriottico. Ne è un esempio, la “Congiura dei Lampugnani”. Oltre ai molti inediti esposti, provenienti per lo più dalla Pinacoteca di Brera, ma anche da collezioni private, diversi sono i capolavori noti anche al grande pubblico come “La meditazione” (dei Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti) e l’“Accusa segreta”, appartenente ai Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, al quale è accostato il “Consiglio alla vendetta”, prestigioso prestito proveniente dalla Princely Collection, Vaduz-Vienna.

Gli ultimi due fanno parte del famoso “Trittico della vendetta”, che narra una vera e propria storia. La dama ritratta nel trittico viene, infatti, consigliata da un’amica, nella prima tela, di servirsi della delazione politica per vendicarsi dell’amante che l’ha tradita. Il secondo dipinto la ritrae invece, con in mano la lettera anonima che intende spedire, mentre infine, nella terza subentra il pentimento e il conseguente tentativo di impedirne la consegna.

Il percorso espositivo si snoda attraverso dieci sezioni organizzate cronologicamente in cui si possono ammirare splendidi ritratti femminili: da quelli eseguiti su commissione, a tutta una serie dedicata alle odalische, alle maddalene e alle ninfe. Oltre naturalmente a quelli di Carolina Zucchi, che fu modella e amante dell’artista. La giovane modella era a sua volta un’artista e litografa milanese, figlia di quel ragionier Zucchi che fece della propria dimora un salotto culturale, punto di riferimento degli artisti dell’epoca. Qui Hayez conobbe, tra gli altri, anche Donizetti e Bellini.

Se Mazzini lo consacrò ad interprete delle aspirazioni nazionali, Stendhal lo considerò “il maggior pittore vivente”, ma anche la sua vita, oltre che la sua arte, può essere considerata eccezionale, essendo riuscito a riscattarsi dalle sue umilissime origini e dall’abbandono da parte della famiglia.

La mostra è accompagnata dal catalogo “Hayez, l’officina del pittore romantico” edito da 24 ORE Cultura.

Orario di visita: da martedì a domenica 10-18.

Info su www.gamtorino.it

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Foto di Elisabetta Fea

 

 

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