Non tutti sanno che una volta la collina torinese veniva chiamata dagli autoctoni “la montagna”. Il capoluogo sabaudo in effetti gode, unica città nel suo genere, di una vera e propria montagna. La sua collina raggiunge, infatti, in alcuni punti quasi i 700 metri di altezza.
A curarsi di quest’area cittadina sono spesso gruppi di volontari come la Banda dei Sacchi, un gruppo di amici che si riunisce per ripulire i sentieri della collina dall’immondizia o come i Fontané che, nati da una costola della Banda stessa, iniziarono ad occuparsi, dal 2020, del ripristino e della pulizia di sorgenti e fontane d’acqua sorgiva che nel tempo erano andate esaurendosi per diversi motivi (fagocitate dalla vegetazione o volutamente tombate).
L’idea fu dell’architetto Ugo Quarello, che per far conoscere tali attività di recupero organizza, insieme al gruppo (che ora si sta costituendo in un vero e proprio comitato) delle feste a cadenza annuale. L’ultima di queste feste dei fontanieri si è tenuta alla Fontana del Fico – recentemente ripristinata dopo un lungo lavoro – sulla strada del Colle, ai piedi del Bricco della Croce, lo scorso giugno.
Scopo di tali iniziative è quello di radunare, amanti della natura e del verde, per far conoscere, in un clima conviviale, le attività svolte e i progetti futuri, ma anche, come specifica Ugo Quarello, “per rilanciare l’antico mestiere dei fontanieri che si occupavano di drenare e manutenere le sorgenti in modo da garantirne o incentivarne il flusso”.
La Fontana del Fico è antichissima e risale probabilmente al periodo celtico. “Durante la pulizia” come specifica Alberto Cotti, geologo del gruppo” rinvenimmo sul serbatoio un’iscrizione ricoperta dal muschio che recava i riferimenti di un aviatore e dell’esercito. Scoprimmo così che, durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi avevano il possesso della base posta sul Bricco e drenavano quindi verso l’alto tale fonte per rifornirsi d’acqua”. La fontana si trova a 670 metri d’altitudine, l’ideale per passeggiare o ristorarsi quando fa caldo, anche se al momento l’acqua non è ancora potabile. Il secondo importante recupero è stato quello della Fontana dei Francesi in strada Val San Martino all’incrocio con quella comunale di Pecetto.
Come altre, anche quest’ultima risultava inattiva ma il bottino a monte portava ancora dell’acqua. Un sopralluogo è stato recentemente fatto anche alla Fontana Fredda in zona Valsalice (nei pressi del Pian del Lot) nonché a quelle del Mainero, del Parco della Maddalena e di Marc’Antonio a Superga. Alcune di queste sorgenti non sono ancora visibili poiché le fonti risultano asciutte da alcuni anni e occorre ripristinarle, ma le zone sono comunque ricche di luoghi di cui si può approfittare per escursioni, passeggiate o pic-nic nel verde e soprattutto nella frescura.