LA ‘TUA’ CITTÀ

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Vigilia di Ferragosto, vaghiamo per le strade della città assolata alla ricerca di un bar che ci serva il cappuccino quotidiano. Milano sempre più meta internazionale – in questi giorni si incontrano solo turisti stranieri – è chiusa per ferie. Di abitanti per strada neppure l’ombra. Inaspettatamente però, dalle parti della storica basilica di San Marco – siamo in pieno centro città – ci imbattiamo in una donna che armata di pennello, vernice gialla e molta pazienza sta “restaurando” – riverniciandoli – i quattro pali dei semafori dell’incrocio stradale che dà accesso al quartiere milanese degli artisti.

Attrezzata di tutto, questa signora (incidentalmente, una collega giornalista scopriremo chiedendole della sua non convenzionale iniziativa) che da sola si fa anche la vernice antinquinante, provvede a cancellare con tratto esperto come se dipingesse un quadro le brutture lasciate su cassonetti, panchine, dissuasori, segnaletica stradale dai vandali e dai maleducati che deturpano il look del bene pubblico. Un impegno il suo, ci dice, iniziato più di dieci anni fa. «Sono arrivata a Milano quando avevo sette anni», spiega con orgoglio tutto meneghino «e da allora questa è stata la mia città», come dimostra l’impegno che, al momento, esercitava nelle vie del quadrilatero di Brera. «Piuttosto che correre con le cuffiette in testa – ci dice la volontaria – nel mio tempo libero preferisco dedicarmi a qualche cosa di utile. Amo la mia città. E desidero che sia ordinata e pulita».

«La mia città». In queste parole è racchiuso il senso civico – e non soltanto quello – che anima la nostra estemporanea ‘pittrice’, membro attivo dell’associazione WAU! Milano (acronimo di We Are Urban), un’organizzazione di volontariato che ha come obiettivo interventi di riqualificazione e valorizzazione della città mediante eventi di clean-up nei quartieri, grazie al coinvolgimento degli abitanti nel contrastare per quel che è possibile il degrado urbano cui tutti assistiamo.

Il suo gesto, rimboccarsi le maniche e darsi da fare invece di lagnarsi per l’incuria, è una scelta commendevole. Che merita la gratitudine dei suoi concittadini. E, sopra tutto, di essere emulato.

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