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SIC TRANSIT GLORIA MUNDI

Conteggiata in base al tempo trascorso, possiamo sostenere che la memoria del mondo è corta, come quella citata dal popolare proverbio. Certi accadimenti modo epocali per la storia oggi vengono associati a tutt’altro soggetto e tutt’altro contesto. E comunque hanno perso l’importanza che avevano quando accaddero.

Qualche esempio. Il 12 ottobre di cinquecento trentadue anni fa, partito dalla spagnola Palos Cristoforo Colombo scopriva le Indie occidentali. Che, in seguito, si sarebbero chiamate America, grazie a un altro navigatore italiano, Amerigo Vespucci. Gli storici hanno scelto quella data, 1492, come data ufficiale della scoperta dell’America anche per segnare la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna. America è un nome rilevante.

Attualmente negli Stati Uniti – la terra che da allora tutto il mondo chiama America – oggi il navigatore genovese, è accusato dalla cultura woke di rappresentare il genocidio, le invasioni, la supremazia bianca. La sua statua viene decapitata in mezzo alle proteste è condannato alla damnatio memoriae. Istituzionalizzato da Franklin D. Roosevelt nel 1934, a lungo il 12 ottobre, il Columbus Day, fu una specie di festa per gli italiani e irlandesi negli Stati Uniti. A dirla tutta, però, la contestazione al navigatore non è proprio una novità: già negli anni Venti negli Usa il rinato Klu Klux Klan con la sua retorica razzista e xenofoba tentò di delegittimare Colombo in quanto italiano e cattolico.

Quantunque il suo nome compaia in ben otto stati, Cristóbal Colón per gli spagnoli che ne rivendicano la nazionalità, Colombo per gli italiani che l’hanno relegato nell’eroica mitica del Risorgimento, è diventato un simbolo… deteriorato.

Anche l’americo per definizione è vittima della perdita di memoria collettiva. Per noi italiani l’esploratore navigatore e cartografo fiorentino Vespucci (1454- 1512) è ormai solo il nome di un veliero rétro della nostra Marina Militare, costruito nel 1931 come nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali dei ruoli normali. Un affascinante tre alberi spesso impegnato in crociere in giro per il mondo a “mostrare bandiera”, ambasciatore dell’Italian style.

Se guardiamo invece al periodo della Prima guerra mondiale, ecco un altro esempio di rimozione. Parliamo di due storiche località del nord Italia per le battaglie cruente lì susseguitesi: il monte Grappa (70.000 unità tra caduti, feriti, prigionieri e dispersi) e l’altopiano di Asiago, dove le perdite tra italiani e austro-ungarici ammontarono a 230.545 uomini. Oggi i due toponimi indicano altro: il primo è un liquore con cui correggere il caffè. E l’altro un formaggio delle province del nord-est.

Sic transit…

 

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